18 Gennaio 2012 / 5 Febbraio 2012
“Il maestro e l’allievo. Ettore e Marco Palmieri. Andavano in treno o auto ritornando da un lavoro e Marco ha detto a Ettore: “Non so come liberarmi di te”. Consiglio di Ettore: “Disegna una cosa copiando me. Non resistere ma continua a farlo fino a quando ti stufi. Lì dentro troverai qualcosa che non è me.”
— da Disperso per mare, Barbara Radice
Sono lavori concepiti come esercizi poetici, come “omaggi” a quattro autori che si situano fra Metafisica e Novecento Italiano: Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Mario Sironi.
La volontà artistica sottesa a questo ciclo si esprime nell’indagare ostinatamente la lezione dei Maestri, nutrendosi della loro vocazione comune nel rappresentare luoghi misteriosi, fuori dal tempo e dalla storia: la pura fisicità degli oggetti messi su uno stesso palcoscenico, ma non raccordati da una costruzione prospettica, diventa metafisica.
Se ne ripercorre l’iter compositivo e pittorico, accentuando questa vocazione fino alla scarnificazione: non c'è più azione, non ci sono più figure, ci sono solo scenografie di esistenze possibili e affermando allo stesso tempo la possibilità di appropriarsi di altri linguaggi, in maniera del tutto soggettiva.
Geometrie sghembe, colori semplificati, piani sfalsati, forme e spazi puri, semplici ed intensi; costruzioni prospettiche con diversi punti di fuga, colori piatti e uniformi, rappresentazioni di scenari fisici e mentali.
La serie si compone di 12 acquerelli su carta Arches e dei relativi studi.