16 Luglio 2015 / 23 Luglio 2015
Nel Terzo Paradiso: un progetto realizzato con gli studenti della Scuola di Design del Politecnico di Milano
Sono tempi, questi, in cui le domande fondamentali che riguardano le modalità della nostra esistenza hanno a che fare con i grandi cambiamenti climatici e ambientali. Nella totale crisi del positivismo, esistiamo noi tutti nell’era dell’Antropocene: constatiamo che l’effetto dell’uomo sul pianeta ormai sia scritto e sedimentato sul pianeta stesso, cambiandone le sorti, e allo stesso tempo ricalibriamo dunque la nostra responsabilità su di esso, mentre altri effetti di fenomeni come il rewilding modificano di giorno in giorno il nostro habitat urbano, abitato da animali selvatici che arrivano nelle grandi metropoli, ormai loro stessi modificati nelle abitudini e nei comportamenti. Pensando dunque a come prevedere, immaginare forse, nuovi territori urbani dove possano convivere uomini e animali, natura e artificio; ispirati poi dall’enigmatica e monolitica opera di Michelangelo Pistoletto che porta il titolo di Terzo Paradiso; e poi dalla canzone dei Subsonica che vede la bizzarra e riuscita collaborazione tra la band e l’artista, ci piaceva adottare un passaggio del testo come fondamenta operative: “Adesso entriamo nel terzo paradiso integrando pienamente la vita artificiale nella vita naturale. È l’opera planetaria di cui noi tutti siamo gli autori.”
Il nostro mestiere è quello di essere progettisti. Ci è chiesto di immaginare e restituire in modo sensibile sogni, illusioni, utopie e rendere tutto questo praticabile. Questi ragazzi sono alla loro prima esperienza e hanno davanti a sé altri molti anni di studi e scoperte. Ma il loro Terzo Paradiso è un luogo che noi vorremmo davvero esplorare e attraversare. Allora in questo hanno fatto goal: hanno reso visibili luoghi immaginari, prodotto scenari e scritto di visioni a loro contemporanee. Il lavoro finale è poi collettivo, si tratta di una porzione di territorio composto da quindici proposte tra loro interscambiabili, popolate da uomini, animali, piante, materie sconosciute, orti e videogame, giardini segreti e metalli fusi, dormitori cucce e anche rocce, passaggi palestre insetti piume e stanze per fare l’amore. Il progetto globale rimane “opera aperta”, frutto di passione e temperamento di 60 individui. È dunque un’opera collettiva, sciolta, libera, mentalmente percorribile come vi pare e piace. Il grande tavolo territorio viaggia poi con una collezione di 150 diverse cartoline, sempre progettate dagli studenti, dove dietro troverete frammenti di messaggi provenienti da quel paradiso, che come un haiku potrà essere narrato in infiniti canti.
A cura di Angela Rui, Francesco Dondina e Piero Francesco Pozzi
con Anna Paola Buonanno, Domenico Rescigno e la collaborazione di Lab Allestimenti Paolo Padova, Dip. di Design - Politecnico di Milano.