9 Novembre 2016 / 10 Dicembre 2016
La matita che pigramente traccia il suo percorso senza l’obbligo di fermarsi o dirigersi in qualche punto preciso ha la semplicità e la forza dei disegni dei cavernicoli, o di quei distratti scarabocchi che si trovano sui margini di tanti manoscritti medievali, o di certi graffiti moderni, fugaci e frettolosi. È una matita che non resta mai incolume. Con mano accorta, Jaeggy glossa e commenta, marca e distende i tratti iniziali in modo che il disegno riprenda vita, si dispieghi, acquisti un certo andirivieni impertinente che ci obbliga ad accettare l'ambiguità essenziale delle sue rare creature che, ciascuna e di per sé, sono singolari e sono varie.
Alberto Manguel, Buenos Aires, 1 ottobre 2016
Antonia Jannone Disegni di Architettura presenta Opere su carta di Fleur Jaeggy: in mostra 38 disegni realizzati a matita, selezionati tra i suoi lavori più recenti. I disegni raffigurano personaggi immaginari, dai tratti leggeri e vibranti, figure solitarie che attraversano spazi vuoti in cui i dettagli svaniscono e i ricordi prendono forma.
Fleur Jaeggy è nata a Zurigo e vive a Milano. Ha pubblicato per Adelphi: Il dito in bocca (1968), L’angelo custode (1971), Le statue d’acqua (1980), I beati anni del castigo (1989, Premio Bagutta 1990), La paura del cielo (1994), Proleterka (2001, Premio Viareggio 2002), Vite congetturali (2009) e Sono il fratello di XX (2014). Ha curato Vite immaginarie di Marcel Schwob (1972), Gli ultimi giorni di Immanuel Kant di Thomas De Quincey (1983) e Regole di vita musicale di Robert Schumann (1983). Nel 2010 Luca Ronconi ha messo in scena I beati anni del castigo al Piccolo Teatro di Milano. Per il suo ultimo libro, Sono il fratello di XX, ha vinto il Premio Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel 2015. I libri di Fleur Jaeggy sono stati tradotti in 24 paesi.
Catalogo in galleria con testi di Alberto Manguel e di Juan-Eduardo Cirlot.