Aldo Rossi

12 Novembre 2014 / 16 Dicembre 2014

“La mia più importate educazione formale è stata l’osservazione delle cose; poi l’osservazione si è tramutata in una memoria di queste cose.Ora mi sembra di vederle tutte disposte come utensili in bella fila; allineate come in un erbario, in un elenco, in un dizionario”

Ventidue opere inedite, scelte da Vera e Fausto, figli di Aldo Rossi, per presentare al pubblico un lato più privato, e allo stesso tempo strettamente connesso con il lavoro di progettista e designer, storico e teorico dell’architettura.

Disegni su carta e su tavola (dal 1974 al 1996 circa), realizzati a grafite, matite colorate, pastello, penna, pennarello, inchiostro e acquerello, illustrano episodi della vita quotidiana, ne rievocano alcune vicende professionali e rintracciano le passioni come le inquietudini di Rossi.

Caffettiere, orologi, vasi, un gallo, qualche altro animale, qualche figura, una lettera, una signora in un giardino fino ad arrivare alle forme dell’architettura, rimandi diretti o di fantasia verso opere reali o solo immaginarie. Da Architetto pensando a una villa, dove un autoritratto riflessivo in veste di progettista ha come sfondo i progetti americani di case unifamiliari, a Il Vaso di vetro, delicata natura morta sul cui fondo è appeso un piccolo Teatro del Mondo. Riflessioni poetiche che mescolano i momenti dell’architettura a quelli della biografia privata, come in Familia al Mare in cui non mancano le celeberrime cabine, o come nel piccolo disegno Senza titolo del 1993, dove la balaustra sul lago - forse dell’amatissima casa di Ghiffa? - introduce un momento di pausa nella concitazione di un’esistenza piena di viaggi, incontri, scrittura, studio, progetti e costruzioni.

La collaborazione tra Aldo Rossi e Galleria Antonia Jannone ha preso avvio alla fine degli anni Settanta, periodo in cui Rossi si affacciava al mondo internazionale con disegni e stampe già unici per composizione. Per questo nuovo appuntamento Antonia Jannone esplora, grazie alla collaborazione con Fondazione Aldo Rossi, un aspetto più personale e poetico della vita dell’architetto fatto di cose grandi e piccole.

“Al Politecnico di Milano penso di essere stato uno dei peggiori allievi anche se oggi penso che le critiche che mi venivano rivolte sono tra i migliori complimenti che abbia mai ricevuto. Il professor Sabbioni mi dissuadeva dal fare architettura dicendomi che i miei disegni sembravano quelli dei muratori o capomastri di campagna che tiravano un sasso per indicare all’incirca dove si doveva aprire una finestra. Questa osservazione, che faceva ridere i miei compagni, mi riempiva di gioia”

Orari

Milano: dal lunedì al sabato 15.30 - 19.30. La mattina su appuntamento.

Pietrasanta: temporaneamente chiuso

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