25 Luglio 2020 / 7 Settembre 2020
Dopo la personale nella storica sede di Milano, Antonia Jannone Disegni di Architettura inaugura a Pietrasanta una seconda esposizione di Ramon Enrich, presentando una nuova selezione di quadri e sculture.
Artista catalano, classe 1968, dopo gli studi in Belle e Arti e Arti Grafiche ottiene borse di studio che gli permettono di esporre in varie città europee. Trasferitosi negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90, espone le sue opere alla Donald Judd Foundation e alla Chinati Foundation, lavora con David Hockney e diventa assistente di Julian Schnabel. Le sue opere sono visibili in importanti collezioni pubbliche e private tra cui: La Caixa (Barcellona), Fundación Banco Santander (Madrid), Fondation Hermès (Parigi), Donald Judd Collection (Texas), David Hockney Collection (Los Angeles), Generali Foundation (Vienna). Il suo lavoro è stato inoltre pubblicato sui principali quotidiani spagnoli (La Vanguardia, El País, ABC, El Periódico) e su prestigiose riviste internazionali tra cui Domus, Vogue, Diseño Interior. Oggi vive e lavora nella sua nativa Catalogna.
Hanno scritto su di lui:
«Colori naturali, terre, patine, velature accarezzano scenari punteggiati di architetture minime. Coni, sfere e quadrati costruiscono luoghi sospesi, panorami urbani che ricordano le periferie deserte di Sironi o le spiagge coi capanni della Versilia di Carrà. […] Nessun abitante popola le ghost town di Enrich. Sono scenografie, plastici, maquette per una commedia dell’umana esistenza che non prevede attori. Solo architetture. Cubi razionalisti alternati a una vegetazione immobile, cespugli potati come nei giardini all’italiana».
Chiara Gatti, La Repubblica, 22 maggio 2020
«La dimensione del vuoto, condizione esistenziale che la contemporaneità – sovraffollata di cose e persone – ha escluso fino a oggi, ma che il distanziamento sanitario sta ora imponendo, trionfa nelle rappresentazioni dell’artista catalano. E ancora più di enfatizza nell’essenzialità dei miniprismi che, trasformati in case, templi sumerici, mauseolei, recinti sacri, o labirinti spiccano, spesso solitari, sullo scacchiere del paesaggio da lui disegnato con grazia e levità».
Alessandra Quattordio, Corriere della Sera, 30 maggio 2020