"Gianni è un poeta, un poeta anche molto speciale, è un poeta più speciale dell’ordinario: perché per eredità e vocazione è anche un fabbro: un fabbro coi fiocchi. E’ innamorato del suo mestiere come un fauno del suo zufolo di canne. E non se ne sta contento, questo poeta artigiano, di poetare con le parole e basta. Lui ha le mani che gli prudono per la smania di usarle; e dovunque le mette e qualunque cosa manipoli – ottone, ferro, lamiera, legno argilla…ne fa poesia…una festa di invenzioni, connubi, ibridazioni, metamorfosi…dove un bruco può diventare una rosa o un pellicano, e una giraffa una ninfa, come una mela o una farfalla.” Fabrizio Dentice
Giovanni Tamburelli (Torino, 1952), vive e lavora a Saluggia (Vercelli). Per gli sviluppi del suo percorso artistico è stata decisiva l’amicizia con Maurizio Corgnati.
Tra i molti che hanno scritto del suo lavoro, si ricordano critici come Gillo Dorfles, Martina Corgnati e Francesco de Bartolomeis, e scrittori come Nico Orengo, Sebastiano Vassalli, Fabrizio Dentice e Michel Butor. Ha esposto in molte città italiane ed estere e collabora da tempo con la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano.
Nel 2011 è stato invitato alla 54. Biennale di Venezia nel Padiglione Italia diretto da Vittorio Sgarbi all’Arsenale. Nel 2016 è uscita per Allemandi, a cura di Alessandra Ruffino, l’ampia monografia Hotel du Tambour - Giovanni Tamburelli: una vita a fuoco.
Appassionato di libri, collabora da anni con le edizioni del Pulcinoelefante e ha realizzato libri d’artista – tra gli altri – con Weiner Vaccari, Aldo Mondino e Frédérick Tristan (Prix Goncourt 1983).